Indice
Che cosa si intende per psicologia dei colori?
La psicologia dei colori ha assunto un ruolo fondamentale nel marketing e nello sviluppo della propria brand image. Sempre più studi e ricerche approfondiscono concetto di come risponde il consumatore ad un determinato colore e come questo influenza il marketing.
Nel nostro ultimo articolo di approfondimento, abbiamo visto come il marketing digitale sia “uno studio del comportamento dell’utente e delle sue abitudini sul web.“
La psicologia dei colori esplora questo comportamento applicato alla scelta dei colori nei loghi o nelle campagne di advertising del brand.
Sicuramente vi siete chiesti perché la Coca-Cola abbia scelto proprio il colore rosso per il suo logo o perché l’IKEA abbia adottato il blue e il giallo o la Nike il bianco e nero.
I colori giocano un ruolo importantissimo per quanto riguardo il messaggio che un’azienda vuole trasmettere.
Quante volte al cinema vi siete lasciati influenzare dalla tonalità di un film? I film horror vestono sempre colori molto freddi e cupi per dare quel senso di ansia e agitazione allo spettatore.
Al contrario, i film più romantici o le commedie sono sempre molto luminosi e hanno tonalità più calde, perché molto spesso associamo amore e felicità a colori come il giallo, il rosso o l’arancione.
Nel marketing, l’uso dei colori è stato oggetto di molti studi e ricerche. Quella che viene definita la psicologia dei colori è una disciplina che studia reazioni emotive del nostro cervello di fronte a tonalità diverse. Queste reazioni emotive sono necessariamente informate dalle esperienze socio culturali all’interno delle quali ogni singolo individuo è calato.
Il colore nel marketing: perché è sempre più importante?
Secondo uno studio riportato sul sito wp unboxed l’84,7% delle persone intervistate riferisce di essere stato influenzato dal colore del prodotto.
Un dato importante che ci conferma l’dea che i comportamenti del consumatore sono spesso informati da aspetti visivi più che dalla reale utilità del prodotto.
Ma se la scelta del colore è influenzato dalla propria cultura, c’è davvero una formula universale per l’uso armonioso e corretto dei colori?
La risponta, ovviamente, è no.
Come spiega molto bene nel suo libro “Cromorama”, diventato ormai una pietra miliare nel campo della visual art, Riccardo Falcinelli illustra non solo la storia e origine dei colori ma anche l’utilizzo che ne è stato fatto nel cinema (l’uso dell’arancione in Blade Runner o il colore verde e rosso in Vertigo di Hitcock), nell’industria, nella letteratura (perché Madame Bovary era sempre vestita di blu?) e nell’arte.
Bianca come il latte, rossa come il sangue?
Ogni colore, quindi, esprime una sensazione ed un’emozione differente che siamo stati abituati ormai, per influenze socio culturali a distinguere in modo omogeneo. Il rosso allora, colore del dio della guerra Marte, è il colore passionale e viscerale per eccellenza. Energico e coraggioso, è stato scelto da molti brand famosi, come si può vedere dalla tabella qui sopra.
Per qualcosa di più fedele e che trasmetta sicurezza si ricorre ad una tonalità di blu. Il viola, più elegante e signorile si associa alla sentimentalità, alla nostalgia e alla memoria, il giallo è spesso solarità, ottimismo ma anche impulsività ed egoismo e così via…
La psicologia dei colori ci ha sempre affascinato. Da quando le arti visive si sono sviluppate, chiaro e scuro, tonalità e saturazione sono termini ormai diventati di uso comune. Come questo, però, influenzi la nostra vita quotidiana e le nostre scelte di consumatore non è per niente banale.